due corpi gialli

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Due corpi gialli danno la schiena al mondo.
Un filo di pioggia viene raccolto nel grande canale
di scolo dove questi due corpi
gialli si stringono. I due ragazzi si bagnano
i piedi nell’acqua che cade dal cielo
e nel canale si raccoglie. I due ragazzi
si stringono tra loro come le due parti
del guscio di una noce intatta. La resina
dei pini marittimi ha foderato tutto, il bianco
è dappertutto. Il cielo ha ceduto sotto
al suo stesso peso, la pioggia cade forte.
Ogni suono si bagna ogni cosa si mischia.
I due ragazzi si stringono nel loro guscio,
galleggiano e il giorno finisce. Il silenzio
esplode quando il cielo se ne è andato. Il silenzio
scioglie tutto quanto, ecco la vela verdognola
che ha sostituito il cielo. I lampioni della tangenziale
divampano. Le lunghe braccia da cerusico
del vento si piegano sul nostro pianeta. Un picchio nero
attraversa la tangenziale, gli alberi sono coperti
di muschio secco e nero. Il declivio è un materasso
di linfa, in fondo al declivio c’è il grosso canale di scolo.
Dove il grosso canale entra nel fiume il viadotto
copre il cielo. Sotto al cemento del viadotto
ci sono delle sdraio e un dondolo di ferro.
Quattro vecchi stanno pescando delle anguille
stordite dall’ipossia, l’acqua fangosa raggiunge
le loro caviglie. Le tirano su con le mani,
le anguille, e ridono mentre le tengono
con le mani tra le gambe, mentre giocano,
mentre venerano Priapo. Ridono quando le buttano
nel secchio di latta, si siedono sul dondolo
di ferro e fumano e ridono senza guardarsi in faccia.
Il gambero killer si sposta da un fiume all’altro
e lo fa nelle ore più buie del giorno. Tiene le chele
alte, sulla testa. Il gambero killer è un ricordo lasciato qui
dal domani. I bambini temono le sue chele, i bambini
hanno paura dei vecchi che pescano le anguille.

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