mi sto ammalando

pag. 57  pag. 59


Mi sto ammalando, sto seppellendo la mia giovinezza,
la sto seppellendo nella pioggia, la pioggia è la terra.
Trascorro giornate intere ad aspettare lettere che
non arriveranno. Mi propongo per improponibili lavori.
Ogni mattina raccolgo dal cuscino ciocche di capelli.
Le nostre brevi conversazioni non mi rincuorano più.
Mi dici torna, torna in Italia. Non posso tornare
perché qui c’è ancora tanto, tanto lavoro da fare.
Ti chiedo aiuto, dici; probabilmente hai ragione,
te lo chiedo sempre, aiuto, aiuto, aiuto –, lo fanno spesso,
quelli della mia schiatta, nell’amore della solitudine,
del rifiuto, lo chiedono spesso ma mai mai volendolo.
Sarebbe solo il pretesto per una sciarada, per una sarabanda
di un giorno, di una notte o due. Mi manca la tua lunarità,
il fazzoletto di zinco che ti leghi attorno al collo, le labbra,
mi manca soprattutto il dolore. Questo che si è seduto
al mio fianco è uno schietto distacco, non già sofferenza,
è questo il mio male, ciò di cui soffro, essere abbandonato da me.

pag. 57  pag. 59

Back To Top