#01 il desiderio di fare una fotografia

  #02


Stamattina, guardando le nubi specchiarsi sull’orizzonte marino, ho provato il desiderio di fare una fotografi. Avrei usato il mio smartphone prebellico (ogni oggetto che possediamo è uscito da una fabbrica prima dell’inizio di un conflitto armato). Il cielo è l’elemento ritratto con maggior frequenza nella storia dell’umanità, con animali e poi piante. Ciò riguarda l’intera storia dell’arte. Qualsiasi essere umano ha provato, almeno una volta in vita sua, il desiderio di raffigurare, nubi, tramonti, stelle. Figure che, nel loro complesso, non subiscono alcun logoramento dalla costante rappresentazione. Continueremo, anche in futuro, questo esercizio spirituale. Di rito, si tratta. Un rito, il contraltare di una religione che vede, da un lato, la materia addomesticata dalle fabbriche, e dall’altro ciò che sfuggirà eternamente a questo governo. Il confine mutevole del campo visivo coincide con il nostro desiderio di cambiamento e, allo stesso tempo, il timore che genera ogni incognita. Non è la volta celeste, irraggiungibile, la dimora immaginaria degli dèi e di civiltà superiori.

25 novembre 2015.

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