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2022 «Ciberneti», nella “Gialla” di Pordenonelegge/Samuele Editore

La collana Gialla di Pordenonelegge/Samuele Editore produce solo 6 volumi ogni anno, “Ciberneti” appartiene a questa proposta per il 2022

Francesco Terzago (Francesco Maria Terzago)
Pagine 48
Prezzo €13
ISBN 978-88-94944-62-4

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Questo libro rivolge il suo sguardo alle persone che attraversano la società dell’automazione. La società degli “algoritmi sovrani” e delle macchine antropomorfe. Uno spazio in cui il confine tra organico e inorganico non può essere nitido. Un paesaggio di robot e d’industria nel quale le necessità del mercato, i ritmi dettati da un monitor, plasmano abitudini di supervisori e operatori e definiscono i confini del loro linguaggio. Queste pagine sono scritte in una lingua piana: quella della produzione, dell’italiano tecnico. La natura, quando compare, è trasfigurata da una percezione sintetica, si mostra attraverso gli occhi di addetti il cui habitat è la fabbrica-metropoli.

Blurb

In questo libro siamo portati a vedere dove nascono i ciberneti, gli automi che percepiscono, agiscono, elaborano informazioni provenienti dall’ambiente, come noi, sacerdoti di quelle divinità incarnate. Sono protesi della vita degli esseri umani, sono centinaia di migliaia ogni anno. Centinaia, / forse migliaia di tonnellate al giorno; cioè / che escono dalle matrici della fusione / metallica […] e viaggiano sugli oceani in milioni di container. La voce ci guida nei siti di produzione, dove l’inorganico è rianimato e si intersecano corpi umani e automi, come nel caso delle increspature del vetro corrugato simili a quelle della busta da bagno, perché hanno come modello lo stesso pezzo di cuoio di un animale morto decine d’anni prima. L’occhio scompone le macchine nella loro materia e la natura è mediata dai gerghi e dalla lingua speciale (braccio antropomorfo, elettromandarino, placche sinterizzate dalla punta, glifo di cemento) per avverare anche l’estremo in un verso lungo che, giocando con gli elementi narrativi (ad esempio, i connettivi, le abbreviazioni, le note tra le quadre) si spezza nei punti di maggior tensione e coagula il discorso tra incidentali, approssimazioni e lucidi baleni. Roberto Cescon

«A me non era mai capitato di vivere un’esperienza di suspense leggendo una poesia. O per lo meno leggendo testi in versi di lunghezza medio-breve. Dopo avere attraversato non senza sussulti emotivi (al limite del raccapriccio) i primi tre-quattro testi di Ciberneti, il lettore non può che mettersi sul chi vive. Qualcosa di inquietante può “accadere” dopo ogni accapo; una metamorfosi inaudita può venire a turbare alcune delle gerarchie ontologiche cui siamo abituati, per lo meno nel mondo di quei contenuti tenuti a confrontarsi con il principio del “minimal departure”. Gli scostamenti dalle logiche della realtà come la conosciamo sono infatti, qui, davvero troppi; e aggiungerei: per fortuna! Né voglio togliere al lettore il piacere – molto vicino all’esperienza horror – che si può trarre da una lettura nel caso filata di questo prezioso volumetto […]»

Paolo Giovannetti

«Tramite un linguaggio ultra-specialistico, anche Terzago sembra percorrere quella che pare già consolidarsi come una scia, un filone letterario che, dopo anni di periferia e perplessità, sembra ora tornare in auge con maggiore seguito (soprattutto in alcune prove recenti di giovani autori, nelle quali il registro adottato è quello tecnico-chimico-scientifico). Ad essere invece più inusuale in Ciberneti (Samuele Editore-Pordenonelegge, 2022) è la svolta fantascientifica, macro e micro-tecnologica, di cui sono intrise queste pagine; e che, invero, dopo i grandi albori della prosa letteraria degli anni Quaranta, è sopravvissuta perlopiù sotto forma di rivisitazioni, adattamenti o riscritture per sceneggiature cinematografiche, senza sbarcare mai con convinzione nel panorama della poesia […]»

Dario Talarico

Flessibile

Un improvviso gelo, poi una sensazione, al dito,
di quiete. Il flessibile che gira con stanchezza
proietta il sangue sul pavimento verniciato di verde,
così sul basamento zincato – che sembra
uno sfrigolio led all’apice dei circuiti.
Pulire quando il lavoro sarà finito.

Non dici nulla. Prendi il rocchetto
del nastro isolante e stringi la carta assorbente
sulla ferita, incapsulandola. Riaccendi
il flessibile. Pareggi il ferro e poi guardi
in direzione delle cassette di plastica:
le bocche di lupo impilate una sull’altra.
Pensi al loro contenuto, alle viti di acciaio
inossidabile, ai gomiti zincati. Alla loro
immediata sostituibilità e resistenza
a fatica, alla loro sincerità. Dai un tiro
alla sigaretta e quella svampilla. Poi
ti massaggi le cervicali lamentandoti
con te stesso di quella ulteriore
perdita di tempo (due realtà che procedono
in una direzione temporale differente
non possono comunicare).
A quel punto li vedi. Sono sotto al banco.
Incastrati gli uni sugli altri, così
da occupare il minor spazio possibile,
gli elementi che sono stati sostituiti
nel rinnovamento dell’impianto perché quello
possa tornare a produrre. Qualcuno è coperto
di concrezioni calcaree, una statua di coralli morti,
una patina che sarebbe troppo oneroso rimuovere
per dare chiarezza ai lineamenti. Altri, ossidati,
forse non garantiscono più le prestazioni meccaniche
per le quali gli insondabili progettisti li hanno
inseriti nel disegno [il corpo dei macchinari
è inalterabile]. Il corrugato, però, spezza l’ombra,
taglia il confine, e quasi raggiunge il piede sinistro
con qualche tubicino blu e cavi sfribrati.

Ti trasferisci in loro. Le cellule si combinano
al reticolo cristallino dei minerali, della perlite,
vedi gli spigoli perdere gradualmente ogni gibbosità.
Le filettature ripristinarsi, elica innocente
di una chiocciola. ogni asperità superficiale è
un ematoma che si riassorbe.
Un giorno le macchine potranno guarire e
ci insegneranno a guarire.

Pubblicazioni precedenti:

  • 2021 «Con le parole ovunque, Poesia di strada e sovversione dello spazio urbano», AgenziaX, insieme a MisterCaos, saggio sulla poesia di strada e la creatività urbana, 2021, ISBN 978-88-31268-17-2 [per acquistare premere qui]
  • 2019 «Caratteri», Vydia Editore, raccolta vincitrice del Premio Elena Violani Landi 2019, Opera prima. Prefazione di Gian Mario Villalta. ISBN: 978-88-97374-33-6, 2018 [per acquistare premere qui]
  • 2018 «Caratteri», seconda edizione di 100 copie, la mia silloge di poesia auto-prodotta, finalista al premio “Castello di Villalta, 2018”, 2017 [per acquistare premere qui]
  • 2018 «Caratteri», prima edizione di 100 copiela mia silloge di poesia auto-prodotta, finalista al premio “Castello di Villalta, 2018”, 2016 [esaurita]
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