un intreccio

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Durante la notte lei appoggiava la schiena
sul mio petto ed era così che stavano le cose
per lungo tempo, un intreccio lento di creta
confusa rimodellata nel sale. La nostra nave
tagliente e pallida. Un estuario dall’acqua
torbida ci accerchiava allontanando da noi
scadenze e previsioni. Per le strade non
sarebbe andato nessuno ancora per alcune ore,
la stanza, la casa, il quartiere, la città e noi soli
addormentati come annegati; è un abisso
ora inaccessibile, quello degli annegati ricongiunti.

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